Nils è un meraviglioso gattone intero, Bengala, e maschio alfa dell’allevamento di Igor Gherman.
E’ il padre di non so quanti cuccioli sparsi qua e là, portano gattine da tutto il mondo per farle accoppiare con lui. Ha vinto una miriade di premi, con punteggio sempre 4 su 5. “Non ha mai preso il massimo per colpa del carattere”, mi spiega Igor mentre montiamo il set.
Ahia… Con una simile presentazione, già so che tornerò a casa con mezzo chilo in meno e con centinaia di scatti da buttare.
Adoro, letteralmente adoro i Bengala ma, fotograficamente parlando (e non solo a sentire i proprietari…), credo sia la razza felina più difficile da gestire: quasi sempre, tranne pochi casi, inutile tentare ritratti felini classici, raramente si ottengono pose pulite, difficilmente si accucciano sul set, seduti o sdraiati. Affettuosi e coccoloni, quando vogliono, sono sempre, dico sempre, in movimento e non perché impauriti, ma perché è la loro indole, assai selvatica.
Nils ci accoglie con un elegante menefreghismo: passeggia per l’appartamento gorgheggiando, è un chiacchierone ma si rivelerà totalmente indifferente alla mia presenza e alle cose nuove sparse per casa. A differenza della stragrande maggioranza dei felini, sempre indecisi tra paura&curiosità, lui nessuna delle due: non ha annusato le attrezzature, ma neanche è scappato o si è innervosito: semplicemente, non gliene poteva fregare di meno della presenza di due nuovi umani.
Aveva solo in mente di farsi i fatti suoi, indifferente anche agli altri mici: due gattine di tre e cinque mesi e una gatta più anziana.
Ho osato prenderlo in braccio, già rassegnata a qualche graffiata. Invece no, Si è fatto accarezzare e coccolare: corpo tonico, muscoli sodi, pelo morbidissimo.
Era incastrato perfettamente tra le braccia, si è preso il suo posto, con zampe appoggiate sulle spalle e senza unghie fuori, come se mi conoscesse da sempre.
Ma era una posa a tempo limitato, guardavo i suoi occhi verde foresta, liquidi e profondi, osservarmi con sguardo severo: “Hai finito di paciugarmi che mi devo fare gli affari miei?”.
Mi è venuta un po’ di malinconia perché anche il mio Tato era come lui e mi manca tantissimo accarezzare quel tipo di corporatura. I miei Vinnie e Lena, entrambi sterilizzati, hanno una fisicità morbida, e se Lena riesce a mantenere un’eleganza innata e consapevole, Vinnie, maldestro com’è per la displasia, mi scappa da tutte le parti, ciondolando qua e là.
Tornando a Nils, gli affari suoi, ovviamente, non prevedevano di farsi fare le foto. Sul set ci stava ma poco, non guardava quasi mai verso l’obiettivo: quando lo faceva, giusto un micronanosecondo, manco il tempo di prendere il fuoco. Perché lui doveva andare.
Abbiamo provato di ogni per attirare la sua attenzione: giochi, palline, bacchette, piume… Niente. Fregancazzo.
Igor gli ha messo vicino Lyka, la cuccioletta di tre mesi: lui si è degnato di annusarla giusto un attimo, ma poi se ne voleva andare. Lyka invece, voleva giocare e gli girava tra le zampe. Lui un minimo ha tollerato, poi ha alzato la zampa: “Occhio bimba… non ti allargare”. Primo avvertimento.
Lyka, temeraria, invece di capire l’antifona ha preso il gesto di Nils come una potenziale aggressione, si è alzata in piedi e ha allungato la zampina colpendolo sul muso…
Qualsiasi altro maschio alfa l’avrebbe scaraventata giù dal tavolo, ma lui no: le ha solo dato una sberletta di ritorno: “Ragazzina, vedi di capire prima di subito chi comanda in questa casa”.
Altro tentativo: Igor l’ha preso in braccio, tenendolo stretto: “Proviamo un ritratto con me e lui”, mi dice. Seee ciao: lotta libera per un paio di secondi perché il ragazzo è tutto muscoli e nervi, e poi graffiata e salto dal tavolo. Una volta a terra, riprende a farsi gli affari suoi come se niente fosse, tranquillo e rilassato, passeggiata&gorgheggi: “Maoooooo Mamamaaooooo Maoooo”.
Igor, testardo, ci ha provato più e più volte, e sudava parecchio, povero, mentre io ridevo perché sapevo che non c’era più storia, mai e poi mai avremmo ottenuto un ritratto di umano&felino assieme rilassati.
A un certo punto a Igor si è accesa la lampadina: “Facciamo un ultimo tentativo. Provo a prendere la gattina di 5 mesi in calore, è ancora giovane per farla accoppiare, li devo tenere in stanze separate, ma secondo me ce la facciamo”.
E infatti la micia, appena annusato odore di maschio, si è messa a culo in su pronta per l’accoppiamento ma a Nils, anche in quel caso non gliene poteva fregar di meno: la guarda quasi schifato, poi guarda me, poi Igor e opplà, giù dal tavolo, regalandomi la visione di un meraviglioso lato B.
D’accordo caro Nils, hai vinto tu: sei proprio un gatto con le palle 😉